Quanto costa veramente un’automobile?

k10210354Ho tenuto il conto di quanto speso per l’automobile che ho posseduto dal maggio 2009 al dicembre 2012, per un totale di 3 anni e mezzo. I risultati sono interessanti e sorprendenti, utili per capire quanti soldi possa succhiare un’auto.

In questo periodo ho percorso 75.000 chilometri e l’auto in oggetto è una Dacia Sandero gpl 1.4, versione base.
In totale ho speso circa 14.800 euro, ovvero più di 11 euro al giorno, circa 350 euro al mese, circa 4.200 euro all’anno. Per ogni km fatto ho speso 20 centesimi. Per 100 km ho speso circa 20 euro.
Analizziamo in dettaglio le voci di costo:

grafico spese auto

 

La voce che incide di più sul totale è il carburante, che totalizza il 35% della spesa totale: e dire che era una macchina a gpl, scelta appositamente di questo tipo per inquinare e spendere di meno. Dai miei calcoli ho risparmiato circa il 30%-40% sul carburante rispetto alla stessa versione a benzina. Inoltre quando guidavo l’auto per darmi un’idea dei costi calcolavo che 100 km mi costavano circa 7-8 euro di gpl: è interessante confrontare questo dato con quello della spesa effettiva per 100 km (20 euro), nella realtà è più del doppio! Sul carburante posso dire che la maggior parte è stato gpl (circa il 90%) e il resto benzina, in quanto ho sempre cercato di far viaggiare l’auto a gpl, anche se un po’ di benzina (in fase di accensione) l’auto la utilizzava comunque. Il prezzo del gpl era 0,56 €/l nel 2009 e nel 2012 era arrivato a 0,88 €/l, più 57% in tre anni! D’altronde si tratta pur sempre di un sottoprodotto del petrolio. Comunque il risparmio rispetto alla benzina si è sempre mantenuto stabilmente intorno al 30-40%.

La seconda voce, con il 21% è quella relativa all’acquisto e alla vendita dell’auto, ovvero quanto l’ho pagata meno la cifra a cui l’ho venduta. L’auto in tre anni e mezzo si è deprezzata del 65% del prezzo originario: investire in un’auto è veramente una grossa perdita del proprio patrimonio.

La terza voce, pari al 16% della cifra totale, è relativa all’assicurazione. Partivo da due anni prima dalla classe di merito 14 (la più alta, quella che paga di più) e in tre anni il premio è progressivamente calato (anche perchè dopo qualche anno non conveniva più stipulare anche l’assicurazione contro il furto). Nonostante questo, e nonostante il premio non sia aumentato per incidenti, l’assicurazione è una delle principali spese quando cominciate a possedere un’auto per la prima volta nella vostra vita, a parte se non adottiate sotterfugi come fare intestare l’auto ad un parente con una classe di merito bassa, oppure residente in un’altra provincia meno costosa. Di sicuro le assicurazioni non sono eque, ma anzi sono discriminatorie per molti parametri personali, e quando cominci ad avere rapporti con il loro “universo” ti mettono nella categoria peggiore, come se non conoscerti voglia dire che sei a prescindere un cattivo guidatore.

La quarta voce, pari all’8%, è relativa agli interventi meccanici. C’è da sottolineare che la garanzia dell’auto durava tre anni, e non è successo nessun guasto rilevante in questo tempo. La spesa degli interventi è relativa quindi ai tagliandi, effettuati presso la casa madre, ogni 15.000 chilometri, e a parti soggette a normale usura (nell’ultimo tagliando sono stati cambiati i freni con una spesa notevole). Questa voce evidenzia una delle altre categorie a cui conviene una società preda delle auto: i meccanici. Senza parlare dei carrozzieri, che io non ho nemmeno preso in considerazione nella vita dell’auto anche se presentava molte “bottarelle”, comuni in città.

La quinta voce, con il 6%, è relativa ad un unico incidente in cui sono stato coinvolto: un tassì mi è venuto addosso da sinistra e l’assicurazione mi ha dato metà della colpa. Io penso di avere ragione, confortato anche dalla presenza di un testimone, ma il sinistro non è ancora stato chiuso. C’è da dire che questa esperienza mi ha fatto ancora più diffidare della categoria dei tassisti: il conducente ha aggredito verbalmente me e il testimone, non ha compilato il cid, si è inventato successivamente un testimone inesistente. I tassisti rispecchiano la personalità di chi si avventura nel traffico: degli esauriti in guerra con tutti.

La sesta voce, pari al 5%, è relativa ai pedaggi delle autostrade. Normalmente tendevo ad evitare le autostrade perchè mi annoiano tantissimo, e magari facevo le statali allungando di molto il tempo di viaggio ma consumando di meno e divertendomi un po’ di più. Ho fatto anche 800 km in un giorno sulle statali e alla fine ero sicuramente stanco ma un po’ più contento di quanto lo sarei stato se avessi preso l’autostrada. Peccato che il risparmio in quel caso sia stato annullato per una salata multa per eccesso di velocità…

La settima voce, pari al 4%, è costituita dalle tasse di proprietà, che paghi se utilizzi o meno l’auto: bollo e bollino blu (il primo per la quasi totalità). E’ interessante notare che ogni giorno spendevo in queste tasse 45 centesimi, che usassi l’auto o meno. Sommati a 1,80 euro che spendevo comunque ogni giorno di assicurazione, questo soldi inevitabilmente spesi mi facevano venire voglia di usare l’auto di più, ma alla fine spendevo ancora di più per il carburante! (4 euro al giorno!)

L’ottava voce, pari al 3%, è costituita dalle multe. Sembra poco, ma in tre anni ho speso quasi 500 euro di multe e pensare che ero un’automobilista piuttosto diligente. Una di queste multe era il mancato rispetto del limite di velocità che avevo citato (67 invece di 50 su una strada statale che passava probabilmente in un centro abitato, per 170 euro). Le altre due erano per divieto di sosta, tutte e due prese vicino a casa mia. Una per parcheggio vicino ad un’intersezione: bisognerebbe parcheggiare a 5 metri dalla curva, io non ero nemmeno in curva ma vicino l’intersezione, ma come si può rispettare questo divieto (sacrosanto perchè serve per dare visibilità nelle curve) con l’attuale incidenza di auto a Roma?! L’altra multa mi è stata data perchè a tarda notte, dopo aver girato mezz’ora per trovare un parcheggio, stanchissimo avevo parcheggiato in curva ma in un posto che sapevo non avrebbe dato intralcio. Risultato: multa e rimozione dell’auto, per quasi 200 euro totali. Non è giusto subire delle multe se non sono messo nelle condizioni di non prenderle: anche per questo ho venduto l’auto.

L’ultima voce, con il 2%, l’ho chiamata “accessori vari” perchè ho stimato che ogni anno per l’auto ho speso circa 100 euro senza nemmeno accorgermene, in “accessori” appunto. Come il pagamento della sosta (una tariffa che ci viene fatta pagare per occupare uno spazio pubblico invece di disincentivare del tutto l’uso dell’auto con i trasporti pubblici), come le parti che “normalmente” si usurano (che ne so, il tergicristalli ad esempio), come le stupidaggini che si comprano per accessoriare l’auto (tappetini, portaoggetti, estintore, auricolare, navigatore, ecc.). Tutti oggetti che non hanno senso se non possiedi un’auto e di cui quindi puoi fare tranquillamente a meno, e che dunque sono consumo indotto dal possesso di un’auto.

In conclusione, mi sento un po’ fregato. E’ stato conveniente pagare quasi 15.000 euro (una cifra che a me pare enorme) per percorrere 75.000 chilometri? Potevo farne a meno? Quanto spenderò per la mia mobilità ora che non ho un’auto? Ho creato questo blog anche per cercare di dare una risposta a questa domanda.

Posso per ora dire che in questi mesi senza auto sicuramente non ho speso 350 euro a mese! Tra dicembre e gennaio ne ho spesi 120 in totale per la mia mobilità: la differenza è evidente. Certo, ho usato solo mezzi pubblici (oltre piedi e bicicletta) e in questa cifra non è compreso l’acquisto della bici che avevo già (comprata però quando avevo già un’auto, e per un centinaio di euro credo!). Non è compreso nemmeno il car-sharing che mi è stato attivato da pochissimo, e che quindi non ho ancora usato. Non ho nemmeno viaggiato tanto, e forse è vero che avrei viaggiato di più avendo un’auto facilmente a disposizione, ma tali viaggi non sarebbero forse stati indotti dal possesso? (tipo l’auto ce l’ho, utilizziamola!).

Credo che per fare qualche bilancio e confronto bisognerà aspettare almeno un anno. Un motivo per continuare a seguirmi su questo blog!

Il teatro delle Ferrovie

Train_wreck_at_Montparnasse_1895Nel pomeriggio della domenica prima di Natale ho preso un treno da Roma per il Molise: questi treni sono tra i pochissimi a non arrivare come tutti gli altri all’inizio della stazione Termini ma ad un binario “bis” che sta tra due binari “normali”, per cui bisogna percorrere quattrocento metri in più rispetto agli altri viaggiatori. Non mi è ben chiaro il motivo dell’uso di questi scomodi binari, soprattutto perchè vedo spesso dei binari ad inizio banchina vuoti e allora mi domando perchè non sia possibile utilizzare quelli; e anche non capisco il perchè siano destinati ai binari “bis” quasi esclusivamente solo i treni per il Molise, senza distinzione di orario (anche la sera quando sono ben pochi i treni in partenza dalla stazione e quindi spazio ce n’è) e senza alternanza con treni per altre destinazioni. Immagino che sia una scelta strategica delle ferrovie, che reputano la linea Roma-Campobasso poco importante, e quindi la relegano in questi lontani binari.

Questi treni diretti in Molise effettuano spesso una fermata nel Lazio, a Cassino. Siccome gli altri treni per Cassino sono locali e quindi effettuano molte fermate, molti pendolari preferiscono prendere questi treni per il Molise per risparmiare tempo, e sono dunque spesso molto affollati da Roma a Cassino o da Cassino a Roma. Se nel secondo caso il disagio per i passeggeri molisani è minore perchè si saranno già seduti salendo in Molise (e sembra che i passeggeri di Cassino preferiscano stare in piedi per un’ora e mezzo invece che seduti per due ore e un quarto… gusti!), nel primo caso partendo da Roma negli orari centrali della giornata spesso non si trova un posto a sedere fino a Cassino.

Avevo scelto la domenica prima di Natale presupponendo che tutti quelli che avessero avuto il fine settimana libero sarebbero già partiti di sabato. Mi sbagliavo perchè anche essendo arrivato con largo anticipo alla stazione, il treno era già pieno. Ho trovato per caso un posto a sedere.

Avvicinandosi la partenza, il treno si è continuato a riempire di persone e bagagli fino a che non si è esaurito tutto lo spazio a disposizione, che era poco dato che il treno era formato da pochi vagoni. Da quel che ho capito, alcune persone rimaste fuori hanno protestato vivamente stazionando sui predellini e il capotreno non potendo garantire la sicurezza non voleva partire. E’ stata chiamata la polizia ferroviaria che è salita sul treno consigliando ai passeggeri diretti a Cassino di prenderne un altro, ma dal mio vagone solo uno di questi viaggiatori era già sceso e due persone hanno apertamente detto che non volevano farlo controbattendo che fosse un loro diritto prendere il treno che volevano, suscitando veementi reazioni nei passeggeri molisani, che ipotizzavano anche un controllo coatto dei biglietti per scoprire ed invitare a scendere i laziali. Alla fine per qualche motivo a me non ben chiaro la situazione si è risolta e il treno è partito con un’ora di ritardo, pienissimo; pochi passeggeri del mio vagone sono poi scesi a Cassino, la maggior parte andava in Molise, quindi il vero problema era che il treno era sottodimensionato per il periodo, e sembra che questa situazione si ripeta ad ogni festa che porta le persone a raggiungere i propri luoghi di origine.

Durante l’accaduto è stato interessante osservare le diverse reazioni: c’era chi simpatizzava con le persone rimaste fuori, dando loro ragione per la protesta; c’era chi invece invocava il rapido intervento della polizia per riportare l’ordine e far partire presto il treno; c’era chi provava a trovare una soluzione “dal basso” cercando di convincere i passeggeri di Cassino, che avevano alternative, di scendere dal treno. In ogni caso né l’intervento della polizia, che consigliava soluzioni personali come lo scendere dal treno dei diretti a Cassino, né quello del capotreno, che offriva ai molisani l’opportunità di prendere un treno per Cassino dove poi ci sarebbe stato un autobus speciale per il Molise (!) sono stati risolutivi.

E’ stato per me immediato ragionare sui comportamenti delle persone di fronte a situazioni inaspettate, per capire cosa fanno le persone quando si vedono negare lo svolgimento “normale” delle proprie attività a cui sono abituate. Per alcuni era normale che chi era salito per tempo partisse, e che chi era arrivato dopo no: non consideravano che il proprio diritto alla mobilità fosse uguale a quello degli altri, e non dovesse dipendere da un fattore casuale come l’arrivo in stazione. Altri invece capivano questo concetto di solidarietà, ma faticavano a trovare una soluzione. Io stesso non avrei saputo cosa fare, ma non ero arrabbiato con le persone che protestavano, piuttosto rassegnato ad una qualsiasi soluzione, compresa quella di non partire.

La mia impressione era di trovarmi dentro una messinscena di una pièce teatrale di cui il regista aveva deciso ambientazione, attori ed elementi iniziali, e poi aveva lasciato libertà di svolgimento agli attori, sicuro comunque che dato il canovaccio l’autonomia non potesse essere poi così ampia. La regia era quella dell’azienda Ferrovie dello Stato, che non avevano nessuna intenzione di far viaggiare comodi i passeggeri in vista del Natale, e così dotavano i treni di pochi vagoni quando era evidente che sotto le feste avrebbero dovuto aumentarli, dato che il problema si ripete ogni anno.

Mi domando, cosa ci guadagnano le Ferrovie dello Stato a trattare male i passeggeri? Probabilmente le persone che sono capitate nella disavventura ci penseranno due volte prima di riprendere un treno sotto le feste (io di sicuro!), preferendo magari un pullman dove il posto è garantito. Il pullman consuma benzina, paga le autostrade di Benetton, inquina, è meno efficiente del treno. Io penso che ogni scelta sia guidata dai soldi che ci sono in ballo, credo che questa sia la strategia: affossare il trasporto locale ferroviario spostandolo su gomma, e per le lunghe distanze proporre, invece dei treni lenti e notturni, un’unica “alternativa” di facciata di treni veloci per ricchi, come la Tav, in cui ci sono maggiori possibilità di guadagno e speculazione.

Come si vende un’automobile?

Come si fa in pratica a vendere un’automobile?

Una volta trovato l’acquirente (e questa può essere la parte più difficile su cui non posso dare consigli perchè io sono stato fortunato nel trovarlo velocemente) basta andare al PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. Il PRA a Roma è in via Cina 413, nel quartiere Torrino (vicino l’EUR), aperto dalle 7,45 alle 12,10.

Senza attese si va al primo piano e si prende un numeretto. Bisogna presentare alcune fotocopie (precisamente due del documento di identità dell’acquirente e una del documento di identità del venditore, una copia del codice fiscale di entrambi e una copia del libretto di circolazione) ma c’è una fotocopiatrice a pagamento al piano. Inoltre ricordatevi l’originale del certificato di proprietà e del libretto di circolazione.

La mia attesa è stata molto breve: al momento della chiamata il venditore e l’acquirente vengono fatti accomodare davanti ad un funzionario dell’ufficio e cominciano a riempire parecchi fogli con notizie anagrafiche e dati dell’automobile oggetto della compravendita. Per fortuna i funzionari sono gentili e comprensivi e danno ottime indicazioni su chi deve riempire cosa, e dove! Allo stesso funzionario si paga la somma prevista per la vendita (chi paga dipende da come vi siete accordati, solitamente l’acquirente) e alla fine viene rilasciato un nuovo certificato di proprietà all’acquirente e una fotocopia dell’atto di vendita al venditore.

Le tariffe della transazione dipendono da alcuni fattori, come la provincia di residenza dell’acquirente e la potenza dell’auto. Il mio acquirente ha pagato circa 270 euro, si può pagare in contanti o con bancomat. A questa pagina potete calcolare quanto costerà nel vostro caso.

Dovrete poi mandare la fotocopia dell’atto di vendita all’assicurazione chiedendo la sospensione della stessa e il rimborso del restante premio non usufruito: per sapere come fare chiedete alla vostra assicurazione.

La tassa per il Servizio Sanitario Nazionale non viene rimborsata. Pensavate che magari però potrete dedurla dalla vostra prossima dichiarazione dei redditi… potevate! Dal 2012 la Fornero nella sua riforma del lavoro ha messo un minimo per la deduzione di 40 euro. Se prima quindi pagavate 60 euro per il SSN e potevate dedurne il 19%, ora potrete dedurre il 19% di 60-40= 2o euro. E se pagate meno di 40 euro di SSN, non potrete dedurre nulla: quindi se è tanto tempo che non fate incidenti e quindi non pesate sul SSN con feriti e cure, e quindi siete in una classe di merito bassa che vi fa pagare poco di assicurazione… vi viene tolta la deduzione. Logico no?! Ancora a cercare come risparmiare con l’auto?! Semplice: vendetela!

E il bollo? Quello rimane pagato, il mio lo era fino al prossimo maggio e faceva parte del pacchetto-automobile!

Poveri benzinari!

Si conclude oggi uno sciopero di due giorni dei benzinai, o benzinari come si dice a Roma. Il giorno prima dello sciopero si sono formate lunghe code di automobilisti per fare la scorta: neanche per due giorni si può provare a fare a meno dell’auto!

I benzinari hanno scioperato perchè i sindacati di categoria non sono riusciti a trovare un accordo con le compagnie petrolifere riguardo a “contratti scaduti, le nuove tipologie contrattuali, la crisi dei consumi sulla rete autostradale, la ristrutturazione della rete di distribuzione nel quadro di una riduzione del numero degli impianti, i costi dell’utilizzo della moneta elettronica per i rifornimenti“. Qualche giorno fa c’era stato anche un incontro sponsorizzato dal ministero dello sviluppo economico, conclusosi con un nulla di fatto perchè, secondo i sindacati, i petrolieri hanno chiuso ogni spazio di trattativa.

Che mestieraccio fare il benzinaro: sembra che si guadagnino pochi centesimi per ogni litro che mettono nei serbatoi, il prezzo del petrolio aumenta, le persone fanno meno benzina (10-20% in meno dicono, addirittura 50% in autostrada), e il loro utile si fa sempre più esiguo. Le banche li vessano facendo pagare delle forti commissioni che fanno dimezzare i loro bassi margini.

Poveri benzinari: vogliono che i petrolieri rispettino le leggi. Sarebbe come se io andassi da uno spacciatore e chiedessi una ricevuta al termine della transazione. Un petroliere corretto non potrebbe fare quel mestiere, per forza di cose deve essere un farabutto, sennò gli verrebbe male.
Poveri benzinari: vogliono che le banche rispettino le leggi sulla gratuità per gli acquisti elettronici di carburante. Monti sarà interessato a portare questo grave problema all’attenzione della sua lobby bancaria per la quale ci governa?
Poveri benzinari: gli italiani non fanno rifornimento in autostrada: magari perchè si sono accorti che tra i caselli i prezzi sono più alti? O magari perchè si sono accorti che sono meglio le statali, dove non paghi il pedaggio e consumi di meno perchè vai più piano?
Poveri benzinari: la benzina costa tanto e i consumi calano. Le persone prendono il mezzo pubblico o la bici per risparmiare e per loro è un problema.
Poveri benzinari, ultimi alfieri di un sistema perdente, destinato a consumarsi da solo: resistono, credono nella propria utilità, credono nella lealtà delle persone con cui hanno a che fare, credono che ci sarà ancora un lavoro per loro.

Se io fossi un benzinaro aprirei un negozio di biciclette, e anche presto!

Quanto vale la mia auto?

Per vendere l’auto ho dovuto cercare una valutazione dell’usato. Ho chiesto ad un edicolante quali fossero le riviste con le quotazioni dell’usato, e me ne sono state date addirittura due, Al Volante e AM, al prezzo di 2 euro e cinquanta! Arrivato a casa ho però scoperto che il modello specifico della mia auto non era tra quelli quotati, in quanto nelle riviste non ci sono le quotazioni di tutti i modelli, ma solo di alcuni (forse i più venduti? Chissà). Ne ho approfittato almeno per vedere le cifre spropositate che bisogna sganciare per comprarsi un’auto nuova, tanto per curiosità!

Allora ho cercato su internet, e ho trovato due quotazioni molto diverse: una era del 75% del prezzo originale, l’altra del 45%! Successivamente mi hanno fatto avere una valutazione (a pagamento) del 35% del prezzo originale, meno della metà della più alta. Che senso ha, e chi ci capisce qualcosa?

Alla fine ho fatto una media delle valutazioni, calcolando che in 3 anni e mezzo l’auto si fosse svalutata per più del 50% (che è assurdo a pensarci, quale altro bene costoso si svaluta così presto?) e l’ho ribassata per un problema che aveva per arrivare ad un terzo del prezzo originale.

Mi è rimasta la curiosità: chi decide queste (s)valutazioni, e su quali basi? Ci sono dei parametri? Da che dipendono? Mi sembra poco probabile trovare dei valori oggettivi sui prezzi dell’usato: allora forse è meglio considerare un prezzo che rappresenti il valore che le persone coinvolte nella trattativa danno all’oggetto.

Mi rimane un dubbio: perchè Quattroruote, che sulle valutazioni dell’usato ci guadagna (è un servizio a pagamento) ha dato una valutazione così bassa dell’auto che volevo vendere? Forse perchè nel 2008, quando l’ha provata, ne ha dato un giudizio negativo, nonostante poi i giudizi di chi l’ha comprata (me compreso) siano stati ampiamente positivi? Forse perchè questa rivista è notoriamente indulgente verso il gruppo Fiat e vedeva in quest’auto una temibile concorrente per le piccole del gruppo?

Perchè vendere l’auto?

  1. Potrò usare la bici per brevi spostamenti.
  2. Potrò usare i mezzi pubblici per lunghi spostamenti.
  3. Potrò usare il car-sharing quando mi servirà di trasportare qualcosa di grande e/o qualcuno.
  4. Potrò noleggiare un’auto quando mi servirà per lunghi periodi, esempio vacanze.
  5. Per le vacanze, proverò a pensare a metodi alternativi all’auto, ad esempio treno, autobus, piedi.
  6. Quando possiedi un’automobile, tendi ad usarla.
  7. Un’automobile costa un sacco di soldi.
  8. Un’automobile è un pessimo investimento, si deprezza in pochissimo tempo.
  9. Un’automobile costa tanto, tra tasse, carburante, multe.
  10. L’automobile inquina: per la produzione, l’uso, le infrastrutture, lo smaltimento.
  11. E’ ipocrita preoccuparsi per l’ambiente e inquinarlo usando un’automobile.
  12. Roma non è fatta per le automobili.
  13. Roma senza automobili, comprese quelle parcheggiate, sarebbe bellissima.
  14. Quando guido un’automobile, anche se provo a mantenere la calma, divento una persona diversa: cattivo, nervoso ed egoista.
  15. Non voglio diventare un’assassino di animali, umani e non, semplicemente per un momento di distrazione.
  16. E’ assurdo spostare una massa di 1000 kg per trasportarne 80.
  17. Vicino a casa mia non si trova mai parcheggio.
  18. Vicino casa mia stanno costruendo dei parcheggi sotteranei, e li vendono a prezzi esorbitanti con pubblicità che dicono che stanno rendendo Roma più bella.
  19. Le pubblicità delle automobili sono stupide.
  20. Non esiste un’auto etica: ho comprato un’auto che costava poco perchè prodotta in Romania dove i salari sono più bassi, ma sarebbe stato più etico comprarne una “italiana” magari prodotta lo stesso all’estero?
  21. Vicino a casa mia ci sono le strisce blu, ma non si trova parcheggio: ho preso varie multe per aver parcheggiato male. Una volta mi hanno anche rimosso l’auto perchè, all’una di notte e senza trovare altro posto, l’avevo parcheggiata in curva.
  22. Un incidente con un tassì mi ha fatto perdere un sacco di tempo, e soldi.
  23. Per quanto tu stia attento a non fare incidenti, non puoi evitare che gli altri ti vengano addosso.
  24. I pezzi di ricambio sono costosissimi, ed è un monopolio: se compri un’auto di una marca sono poche le parti generiche che puoi sostituire.
  25. La manutenzione di un’auto, se ben fatta, è molto costosa.
  26. Mi sento stupido ad arrabbiarmi se mi danneggiano un pezzo di metallo di mia proprietà.
  27. Mi sento stupido a possedere un pezzo di metallo così grande.
  28. Quando incontro un limite di velocità, sono portato a raggiungerlo anche se non sono di fretta, solo perchè si può fare. Quando so che non c’è un controllo sul limite, sono portato a superarlo senza nessun motivo, solo perchè mi sento sicuro a superarlo, anche se in realtà questo provoca un pericolo per me e per gli altri. La velocità crea assuefazione.
  29. In auto perdi un sacco di dettagli e di vita che in bici apprezzi.
  30. Se guido non riesco a fare due cose assieme, e sono costretto a sedere come uno stupido con il volante in mano. Anche una conversazione leggermente complicata mi distrae, e allora o trascuro la conversazione o la guida.
  31. Anche se avevo scelto un’auto a gpl, per risparmiare e inquinare di meno, il gpl viene comunque dagli scarti della lavorazione del petrolio e comunque inquina.
  32. Anche se ci fosse un’auto del tutto non inquinante, non sarebbe comunque sostenibile perchè inquina produrla, mantenerla, smaltirla: l’autovettura privata non potrà mai essere sostenibile, l’unica via è il trasporto condiviso.
  33. L’automobile sembra darti sicurezza, ma in realtà ti isola.
  34. L’automobile sembra darti libertà, ma in realtà è individualismo.
  35. Con una piccola distrazione puoi provare grandi danni, è qualcosa che sfugge al controllo di un essere umano.
  36. Quando possiedo un’automobile mi sento in ansia per i danni che potrebbe subire, e mi sento stupido ad essere in ansia per un grande e costoso pezzo di metallo.
  37. Con un’automobile devi avere a che fare con le assicurazioni.
  38. Con un’automobile devi avere a che fare con le compagnie petrolifere. Molti impianti gpl sono agip, quella della Eni, quella dell’inquinamento del Niger.
  39. Quando sono in auto in città per sopravvivere ed isolarmi dal casino intorno devo accendere la radio. Isolarmi? Sopravvivere? Che senso ha?
  40. Quando guido mi arrabbio con i miei vicini di auto che, se fossi a piedi, guarderei con curiosità ed interesse: l’auto fa litigare con coloro con i quali potresti stringere amicizia.
  41. L’atteggiamento di diffidenza e incazzatura verso i nostri simili spesso te lo porti dietro anche sceso dall’auto.
  42. Sono stufo di sentirmi chiedere “sta uscendo?” anche se non sto visibilmente lasciando un parcheggio.
  43. Non mi sembra giusto pagare per un parcheggio. Il suolo delle strade è pubblico, è anche mio, perchè devo pagarlo?
  44. Perchè non mi va di pagare Benetton per le autostrade.
  45. Perchè se non si cominciare a fare qualcosa niente cambierà, e voglio cominciare io, non si sono scuse per non farlo.
  46. Quando guido divento un giustiziere del codice della strada, ma solo quando gli altri commettono infrazioni: con me stesso sono molto indulgente.
  47. Perchè a Roma non ci sono le corsie disegnate per terra e vale la regola del “se c’entri, passa”.
  48. Perchè a Roma non vogliono modificare la viabilità per rendere la circolazione sicura per auto, pedoni, bici e qualunque mezzo di trasporto: a Roma non cambia mai niente, ma perchè fa comodo ad alcuni.
  49. Perchè odio le Smart, le nuove 500, le nuove Mini Minor e i cerebrolesi che le guidano: ma si possono odiare delle auto ed avere dei pregiudizi sulle persone che le guidano?
  50. Perchè è stupido guidare una macchina che ha la stessa tecnologia di base da un centinaio di anni.
  51. E’ assurdo spendere soldi anche se non usi l’auto (bollo, assicurazione), allora ti viene voglia di usarla e così spendi ancora di più.
  52. A Roma quando ci sono due gocce di pioggia tutto diventa un casino, non si cammina più, e a pochi viene in mente che se non cammini più quando piove allora sei parte e causa di quel casino anche tu.
  53. Da casa mia la mattina presto invece del cinguettio degli uccellini sento lo strombazzare dei clacson.
  54. Per quelli che non disattivano l’antifurto prima di salire sul proprio mezzo: si scordano che hanno un antifurto? O lo stanno solo provando per vedere se funziona ancora?
  55. Quelli che guidano in modo spericolato, a forte velocità e con sorpassi azzardati, che ti stanno attaccati dietro e si vede che hanno un problema, mi fanno paura. E mi faccio paura da solo quando capita di comportarmi come loro.
  56. In macchina non è possibile apprezzare le strade tra i boschi o nei parchi. Andare in bici o a piedi permette di scoprire nuovi e suggestivi itinerari. (grazie a Giulia!)
  57. Che senso ha raggiungere la palestra in auto? Solo recarsi in palestra a piedi è un ottimo riscaldamento. Spostarsi in automobile significa non cogliere un’occasione per fare sport. (grazie a Giulia!)
  58. Quando fa freddo in bici non accendi il riscaldamento dell’auto che puzza e ti fa dormire, ma pedali forte, ti scaldi e ti svegli!
  59. Perchè in bici puoi comunicare: puoi dire grazie ai pedoni che ti fanno passare, puoi salutare gli altri ciclisti, puoi fermarti senza problemi se qualcuno ti chiede qualcosa e sei subito in diretto contatto con il mondo
  60. Perchè gli unici con i quali non comunichi quando sei in bici sono gli automobilisti, corazzati nella loro carrozzeria.
  61. Perchè è bello di ritorno a casa farsi lentamente la salita di via Cilicia guardando la costante fila delle auto.
  62. Perchè sui mezzi pubblici puoi lasciare libri in bookcrossing.
  63. Sui mezzi pubblici puoi leggere, rilassarti, guardare il paesaggio o lasciar vagare la mente in libertà.
  64. Perchè Alemanno va in moto, e si vede che non ha idea di cosa voglia dire viaggiare in bici.
  65. Se vedo uno spazio libero sotto casa mia, invece di pensare come prima “un parcheggio libero, mannaggia che non l’ho lasciata qui” adesso me ne frego o al massimo penso “un’auto di meno nella mia via”.

Queste motivazioni sono in costante aggiornamento!